Se ci si rende conto di aver avuto uno o più attacchi di panico, la prima cosa da fare è parlarne: non cercare assolutamente di reprimere quello che sta succedendo.
Perdere il controllo
Ogni operatore del Pronto Soccorso si è trovato di fronte ad una persona che fosse sicura di avere un attacco cardiaco in corso e invece stava vivendo un vero e proprio attacco di panico. Infatti, l’11% della popolazione ne sperimenta almeno uno in un anno*.
Il panico è una condizione che si caratterizza per il fatto che fa sentire chi ne soffre come se stesse perdendo completamente il controllo di sé, con la conseguente paura di non essere più sani di mente e di impazzire. Si cominciano a percepire una forte paura e paranoia che vengono alimentate da dei sintomi fisici, facendo entrare la persona in un vortice negativo che caratterizza l’attacco.
I sintomi percepiti sono tachicardia, formicolii generalizzati, percezione anomala del proprio corpo, sudorazione, brividi, respiro corto, dolore al petto e nausea. È proprio grazie a questi sintomi causati dall’ansia che ci si convince di avere qualcosa di grave e si è pervasi dalla paura di stare per avere un attacco cardiaco o addirittura di morire.
La situazione post pandemica in cui ci troviamo ha fatto sì che molte più persone rispetto a prima cominciassero a soffrire di attacchi di panico. Infatti, lo shock e la paura assorbiti durante la pandemia hanno innescato in molti un’ansia generalizzata che, se accumulata e non smaltita correttamente, può sfociare nei suddetti attacchi, fornendo esperienze tutt’altro che piacevoli.
Spesso ciò che innesca un attacco di panico è la paura anticipatoria, ovvero la paura che una simile terribile esperienza possa ricapitare, che porta inconsciamente a provare quell’ansia e quelle emozioni negative che proprio la caratterizzano e, quindi, a dare inizio all’attacco stesso.
Se ci si rende conto di aver avuto uno o più attacchi di panico, la prima cosa da fare è parlarne con le persone vicine e non cercare assolutamente di nascondere o reprimere quello che sta succedendo per vergogna o paura del giudizio altrui, poiché la repressione dell’ansia la porterà solamente ad esprimersi con più forza e, in alcuni casi, a generare un vero e proprio disturbo di panico.
È consigliabile, inoltre, rivolgersi ad un professionista in campo psicologico che aiuterà a riconoscere l’insorgenza degli attacchi e ad affrontarli con la respirazione ed altre tecniche e, nei casi più gravi, con un temporaneo aiuto farmacologico. Dato che ciò che caratterizza maggiormente il panico è la perdita del controllo e quindi la paura di impazzire o di morire, se si apprende a riconoscere un attacco di panico mentre sta arrivando e mentre lo si vive, queste paure perderanno man mano sempre più la loro forza, permettendo di essere sconfitte con la propria consapevolezza e le risorse fornite dagli specialisti.
* John W. Barnhill , MD, New York-Presbyterian Hospital, 2020.
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