Dal momento della diagnosi in poi, l’informazione e il supporto che il genitore riceve sono risorse utili per affrontare la malattia insieme al figlio.
Un disturbo da conoscere
I sintomi del disturbo bipolare manifestano il loro esordio ad un’età media di 20 anni.
Ciò significa che i genitori di ragazzi affetti da disturbo bipolare si trovano improvvisamente a dover affrontare una situazione sconosciuta e complessa, che spesso richiede una tempistica piuttosto lunga per essere riconosciuta e compresa tramite l’ottenimento di una diagnosi.
Le sensazioni che inizialmente si possono percepire sono di confusione, rifiuto, scontrosità, timore, sconsolatezza e dubbio e allora ci si comincia a porre delle domande per capire cosa stia succedendo. Vedere il proprio figlio o la propria figlia comportarsi in maniera insolita, instabile, altalenante può essere disorientante per un genitore, il quale deve avere la prontezza di riconoscere che non si tratta di questioni caratteriali, ma bensì di una vera e propria patologia.
Il percorso può essere molto tumultuoso, con un drastico cambiamento degli equilibri familiari, una generale confusione ed un’inevitabile sensazione di paura. Dal momento della diagnosi in poi, l’informazione e il supporto che il genitore riceve sono risorse utili per affrontare la malattia insieme al figlio. Tuttavia, l’esordio tardivo dei sintomi può rendere la gestione della patologia molto complessa per i genitori: questi ultimi, infatti, dal diciottesimo anno di età non hanno più autorità legale sul figlio, il quale però probabilmente vive ancora con loro e necessita più che mai del loro aiuto.
Il ruolo del genitore è quello di essere una coerente e costante fonte di sicurezza, di incoraggiamento e di sostegno; pertanto, è opportuno mantenere con il figlio affetto da bipolarismo una comunicazione solida, costante e non giudicante, incoraggiandolo sempre a rivolgersi ad un professionista nel campo della psicologia per prendere coscienza della propria patologia e dare inizio a un percorso psicologico necessario. È opportuno che anche i genitori intraprendano un percorso terapeutico per poter comprendere al meglio in che modo gestire le fasi della malattia, favorendo la salute ed il benessere della prole, ma anche della propria in quanto caregivers.
Ciò che molti non sanno è che ci sono degli strumenti per riconoscere ed anticipare le crisi depressive e maniacali che caratterizzano il disturbo, così da poter agire prontamente. Lo psicologo, infatti, oltre che fornire un supporto fondamentale al genitore caregiver, può fornirgli una spiegazione della patologia da diverse prospettive, donando così risorse ed elementi per comprendere, accettare e gestire il cambiamento che la malattia bipolare inevitabilmente genera nella vita familiare.
Lo psichiatra è invece quella figura che, dopo aver formulato una diagnosi, prende in carico il paziente in particolar modo dal punto di vista farmacologico. Il disturbo bipolare può essere, infatti, tenuto sotto controllo tramite alcuni specifici farmaci che, se assunti regolarmente e in modo corretto, possono aumentare significativamente la qualità della vita del paziente.
Dal momento che ogni persona è diversa, può volerci un po’ di tempo prima di riuscire a trovare la combinazione e le dosi corrette di farmaci. Per questo motivo, è fondamentale attivare tutte le proprie risorse, affidandosi a dei professionisti che possono fornire un aiuto concreto per vivere la vita il più serenamente possibile.
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